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RETRIBUZIONI, STOP AL CONTANTE


Arriva la tracciabilità delle retribuzioni.

Dipendenti e co.co.co. non potranno più essere pagati in contanti, ma esclusivamente con bonifico, assegno o disposizioni di pagamento alle banche e poste.

Obiettivo: contrastare la pratica di corrispondere, sotto il ricatto del licenziamento, retribuzioni inferiori ai minimi di legge, facendosi firmare il cedolino con l’importo pieno.

A stabilirlo è un ddl approvato ieri alla camera e che passa ora all’esame del senato. Le nuove norme, rendono irrilevante la firma apposta sul cedolino quale prova di pagamento della retribuzione.

Retribuzione e anticipi di essa andranno necessariamente corrisposti attraverso uffici di banche o poste con uno dei seguenti mezzi:

a) bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore;

b) pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale indicato dal datore di lavoro;

c) emissione di assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato. L’impedimento s’intende comprovato quando il delegato a ricevere il pagamento è il coniuge, il convivente o un familiare, purché di età non inferiore a sedici anni.

In caso di violazioni dell’obbligo di tracciabilità, datori di lavoro e committenti incorrono nella sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da 5 mila a 50 mila euro. Sei mesi per organizzarsi. Le nuove norme saranno efficaci dopo 180 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale.


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